“Non facciamoci trarre in inganno dalla facilità con cui consideriamo i nostri contemporanei minori: Pinuccio Sciola non è da meno di Pablo Picasso o di Leonardo da Vinci, la Sardegna lo deve sapere, deve dare a sè stessa la chance di fare di questo artista incredibile un’eredità da tramandare. Attraverso Pinuccio Sciola fate capire la Sardegna, fate dell’arte di questo uomo una meta di confronto, una meta di incontro, una meta di pellegrinaggio.”
Moni Ovadia
Da sinistra Tullio d’Albisola, Foiso Fois, Aligi Sassu, Pinuccio Sciola, metà degli anni ’60
“La materia prediletta dallo Sciola è la pietra dalla quale sa ricavare i soggetti che la stessa pietra nella sua forma naturale gli suggerisce, così come dal legno rispettato nella sua natura di pianta.”
Foiso Fois
Foto di Adriano Mauri
“San Sperate è Pinuccio Sciola come lo sono tutte le pietre della Sardegna permeate dai suoni che l’artista (scultore, poeta, musicista) ricava ferendole amorevolmente nelle viscere. In una mattina luminosa mi riceve nel suo studio pieno di sculture e disegni ma anche di arpe pietrificate, grandi spighe di trachite, semi di piccoli e grandi sassi, menhir, cavalli di legno e mappe stellari di basalto. La porta della sua casa è sempre aperta e i paesani lo sanno, come sanno che, nel campo-giardino poco fuori dal paese centinaia di monoliti lavorati dialogano con profumati alberi di agrumi. Neanche quel campo ha recinti perché l’arte di Sciola è di tutti. Mi accoglie con l’affabilità di sempre e quando parla delle sue pietre ha gli occhi di un bambino.”
Paolo Fresu
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